Cervantes considerava italiano e spagnolo “lenguas fáciles” e Leopardi “similissime”. Ma proprio questa somiglianza, che dovrebbe facilitare l’apprendimento dell’una partendo dall’altra , alla lunga si rivela ingannevole e suscettibile di fuorviare chi vuole possedere la lingua “seconda”: non solo comprenderla in tutte le sue sfumature, ma anche parlarla e scriverla. Inutile dire che questa “impressione” di partenza fa sì che lo studente italiano finisca con l’apprendere in modo approssimativo e superficiale una lingua che, oltre ad essere strettamente imparentata con la nostra, ha avuto con essa importanti contatti storici e culturali, soprattutto nei secoli XVI e XVII.
A ciò si aggiunge che, mentre i lavori di linguistica contrastiva riguardanti lo spagnolo da una parte e l’inglese e il tedesco dall’altra (qui è forte la tradizione legata alla filosofia di Ortega y Gasset) sono numerosi, quelli su spagnolo e italiano, lingue “cugine”, sono pochi e dispersi. Il risultato è che manca tuttora una trattazione esauriente e sistematica di tutti quegli aspetti della grammatica spagnola (uso dell’articolo, delle preposizioni, degli ausiliari, ecc.), che “contrastano” con la nostra lingua e sono fonte di incomprensioni, fraintendimenti ed errori.
Il libro di Francesconi, che è uno specialista di traduttologia, si propone di colmare una lacuna avvertibile da chiunque insegni spagnolo, ed è rivolto principalmente a studenti italiani. L’autore sa coniugare la chiarezza dell’esposizione e la ricca esemplificazione a quel rigore scientifico che consente di interpetrare i fenomeni presi in esame sia nelle loro caratteristiche intrinseche, fonologiche, morfologiche e grammaticali, sia nel quadro dell’evoluzione storica delle due lingue.
Per queste ragioni I falsi amici può diventare uno strumento prezioso di approfondimento per tutti coloro che vogliono perfezionare la conoscenza dello spagnolo e della secolare civiltà di cui è stato espressione (basta vedere la parte che nel libro è dedicata ai proverbi).
L’apprendimento di una lingua straniera è sempre un allargamento d’orizzonte, un viaggio nell’alterità, come è stato detto: in ciò che può essere simile, ma più spesso è diverso e sorprendente. Il libro di Armando Francesconi conduce passo passo a questa scoperta, assolvendo a quello che Giorgio Pasquali riteneva “il primo servizio che l’istruzione linguistica può rendere ai giovani”, i quali “impareranno o indovineranno che le lingue non sono parallele l’una all’altra, non sono calchi l’una dell’altra, che ognuna ha una struttura sua.”