Maurizio Grasso è romano ma vive a Livorno.
Ha svolto per lungo tempo attività di traduttore, curando una quarantina di volumi, in prevalenza classici della letteratura francese, da Voltaire a Proust passando per Stendhal, Hugo, Flaubert, Maupassant, Zola, Jules Verne e altri.
Ha esordito a partire dalla metà degli anni Ottanta con L’uomo che piange lacrime d’ambra (Edicias, 1985) e La bestia (Solfanelli, 1992), usciti entrambi sotto pseudonimo. Più recentemente ha pubblicato molti altri scritti: il volume di micro-racconti Luci di costiera (Aracne, 2009), il romanzo Girandole sui Balconi (Solfanelli, 2012), le due raccolte di racconti Un giorno capirai (Ibiskos, 2013) e Altre Nostalgie (Tabula fati, 2019); e inoltre i romanzi Non farti tante domande (YCP, 2020) e Il violino di Moshe (YCP, 2021). Ricordiamo infine Plettri nelle mani di Dio (Tabula fati, 2010), una raccolta di brevi saggi sui Beatles scritti a quattro mani con il fotografo Andrea Barghi.
Ha collaborato con racconti e recensioni a numerose riviste letterarie.