Luca Quattrocchi è professore di Storia dell’Arte Contemporanea e di Storia dell’Architettura Contemporanea presso l’Università degli Studi di Siena. Ha svolto una lunga attività di ricerca all’Accademia di Belle Arti di Praga e all’TAAUT (Institut Technologique d’Art, d’Architecture et d’Urbanisme) dell’Università di Tunisi, poi un’attività didattica e di ricerca all’Università di Roma “La Sapienza” e al Politecnico di Bari. I suoi principali campi d’interesse e di ricerca sono l’architettura contemporanea, le relazioni tra le arti figurative e le altre discipline artistiche (letteratura, poesia, musica) tra Ottocento e Novecento, l’Art Nouveau, l’architettura del ventennio fascista, la videoarte. Tra gli autori e le tematiche di cui si è occupato ci sono Gaudí, Rodin, Tiffany, Gallé, Klimt, Sartorio, Sant’Elia, Piranesi, Mazzoni, Èiurlionis, Fontana, la Secessione boema, l’architettura coloniale in Tunisia, l’architettura liberty, l’architettura e l’urbanistica nel ventennio fascista in area toscana, l’attività critica di Joris-Karl Huysmans, V. Pica, C. L. Ragghianti, ecc.
Tra le sue principali monografie ricordiamo I luoghi del Liberty (1990), La Secessione a Praga (1990, trad. francese 1992), Giovanni Michelazzi 1879-1920 (1993), L’Art Nouveau à Tunis (1998), M.K. Èiurlionis: preludio all’astrattismo (2000, volume vincitore nel 2001 del Premio Internazionale Letteratura e Arte “Sergio Polillo” dell’Accademia Carrara di Bergamo), L’architettura coloniale in Tunisia. Dall’orientalismo all’Art Déco, 1881-1942 (2013). Ha curato diverse mostre e volumi, tra cui citiamo Il simbolismo cosmico di Jan Konùpek (1987), Arte in Maremma nella prima metà del Novecento (2006, con E. Crispolti e A. Mazzanti), Erranti / Wanderers nella videoarte contemporanea / in contemporary video art (2008, con O. Mileti), Architetture per l’infanzia. Asili nido e scuole materne in Italia 1930-1960 (2009), Architettura nelle terre di Siena. La prima metà del Novecento (2010). Ha tradotto e curato inoltre il racconto Piranesi di Charles Nodier (2001), gli scritti di Auguste Rodin (L’arte, 2003) e di Émile Gallé (La decorazione simbolica e altri scritti per l’arte, 2009) e curato gli scritti sull’arte di Joris-Karl Huysmans (Qualcuno, 2004).